PIETRE E LENZUOLA
E compro anch'io una cintura di un ragazzo africano, uno
dei cento della fila distesa sulla Riva di bianche
lenzuola, infinita di fughe e fatica, di rapide occhiate,
morocchino del Ghana, del Maili o della Costa d'Avorio,
che tu sia libico o senegalese
tu qui non conti, non importa qui il tuo paese,
qui tu sei marocchino, "vu cumprà" e sai che è vietato
il tuo mercato di borse marchiate col segno
di improbabili Gucci, Armani, di Dolce e Gabbana,
è vietato fermare la gente, fermarsi a parlare,
tu da qua, lo sai bene,
dei cento della fila distesa sulla Riva di bianche
lenzuola, infinita di fughe e fatica, di rapide occhiate,
morocchino del Ghana, del Maili o della Costa d'Avorio,
che tu sia libico o senegalese
tu qui non conti, non importa qui il tuo paese,
qui tu sei marocchino, "vu cumprà" e sai che è vietato
il tuo mercato di borse marchiate col segno
di improbabili Gucci, Armani, di Dolce e Gabbana,
è vietato fermare la gente, fermarsi a parlare,
tu da qua, lo sai bene,
te ne devi andare.
Sei iscritto da sempre all'anagrafe degli abusivi,
dei clandestini, battezzato nel gregge degli ultimi
da pietà cristiana
dei clandestini, battezzato nel gregge degli ultimi
da pietà cristiana
i primi da braccare nella caccia
quotidiana dell'odio ancestrale che qui si scatena
raabbiosa all'ultimo anello della catena criminale,
quello che non tiene
raabbiosa all'ultimo anello della catena criminale,
quello che non tiene
che ci vuole niente a spezzare.
E' vietato e ti do i soldi che chiedi, non voglio,
ragazzo, tirare sul prezzo, mi bastano
i tuoi occhi inqueiti che gettano lampi all'intorno
a spiare gli appostamenti,
i segnali dei tuoi nemici
i mastini feroci di voci e di mani
ragazzo, tirare sul prezzo, mi bastano
i tuoi occhi inqueiti che gettano lampi all'intorno
a spiare gli appostamenti,
i segnali dei tuoi nemici
i mastini feroci di voci e di mani
i miei veneziani.
Tu prendi i soldi e mi tieni forte la mano
che mi fai quasi male, mi fai così bene,
marocchino troppo nero e straniero,
da rimandare alla tua fame da schiavo,
vittima sacrificale del nostro nuovo
antico e globale
che mi fai quasi male, mi fai così bene,
marocchino troppo nero e straniero,
da rimandare alla tua fame da schiavo,
vittima sacrificale del nostro nuovo
antico e globale
impero coloniale.
Francesco Sassetto
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