mercoledì 3 ottobre 2012

CLANDESTINI

PIETRE E LENZUOLA

E compro anch'io una cintura di un ragazzo africano, uno
dei cento della fila distesa sulla Riva di bianche
lenzuola, infinita di fughe e fatica, di rapide occhiate,
morocchino del Ghana, del Maili o della Costa d'Avorio,
che tu sia libico o senegalese
tu qui non conti, non importa qui il tuo paese,
qui tu sei marocchino, "vu cumprà" e sai che è vietato
il tuo mercato di borse marchiate col segno
di improbabili Gucci, Armani, di Dolce e Gabbana,
è vietato fermare la gente, fermarsi a parlare,
tu da qua, lo sai bene,

te ne devi andare.

Sei iscritto da sempre all'anagrafe degli abusivi,
dei clandestini, battezzato nel gregge degli ultimi
da pietà cristiana

i primi da braccare nella caccia

quotidiana dell'odio ancestrale che qui si scatena
raabbiosa all'ultimo anello della catena criminale,
quello che non tiene

che ci vuole niente a spezzare.

E' vietato e ti do i soldi che chiedi, non voglio,
ragazzo, tirare sul prezzo, mi bastano
i tuoi occhi inqueiti che gettano lampi all'intorno
a spiare gli appostamenti,
i segnali dei tuoi nemici
i mastini feroci di voci e di mani

i miei veneziani.

Tu prendi i soldi e mi tieni forte la mano
che mi fai quasi male, mi fai così bene,
marocchino troppo nero e straniero,
da rimandare alla tua fame da schiavo,
vittima sacrificale del nostro nuovo
antico e globale

impero coloniale.

Francesco Sassetto

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